“Un Bitest, una Toxo, una Curva, un pacchetto di gomme ed un etto di cotto, grazie” – II Parte

Era arrivato il momento che pensavo di poter evitare. Quelle ore di illimitata dolcezza di cui non senti assolutamente bisogno. La tanto temuta Curva Glicemica. Appurato che non si tratta nè di una linea della Haribo, nè di un esercizio che devi risolvere tra ascisse ed ordinate, la domanda nasce spontanea: Ma che è???

Vedrai, non è così terribile come dicono”.  Sembrava tutto così semplice, proprio come ingollare un bicchierone di acqua con parecchio zucchero dentro (che è appunto, in soldoni, quello che devi fare quando ti impongono sta curva) ed invece ho vissuto il mio giorno di ordinaria follia.  Con altre innumerevoli analisi prescritte, sono andata al primo laboratorio. Era mattina presto e avevo fame e sonno. Non potevo mangiare nulla prima delle analisi. Peccato! Ma quanto durerà la trafila? Nulla, figurati.

Primo laboratorio. Una sola persona davanti, perfetto! Fra dieci minuti, sono già al bar all’angolo a scofanare due cornetti. E come no!

Io: “ Dovrei fare queste analisi”, porgendo alla persona dell’accettazione tutto il plico.

Lei, l’Ermetica: “E no. Noi siamo un laboratorio privato. Visto che ha la prescrizione del medico non le conviene, perché pagherebbe tutto, non solo il ticket. Vada direttamente in ospedale. E poi noi non facciamo la curva. ” Alchè le propongo di farmi le analisi per le quali non c’è esenzione e di fare quelle delle urine. L’ospedale è lontano, semmai ci vado domani o il giorno dopo ancora. A quel punto scatta il “tu” .

Lei, l’Ermetica: “Ma no! Sennò fai due buchi”. Madida di sudore, come quando ho dovuto sostenere l’esame algebrico sul Bitest, porgo una timida domanda.

Io: “ Mi scusi non ho capito. Che vuol dire che faccio due buchi?

Lei, l’Ermetica: “ Che fai due buchi. Ovvio, no?

Ecco che torna il lessico troppo tecnico, e con me non ho google translate! Nel frattempo cercando di capire che siano sti due buchi, penso solo ad una cosa: le urine che ho raccolto devono essere depositate entro due ore, e stanno diventando sempre più del giorno dopo. Allora dico che sì certo, ho capito tutto, grazie per il consiglio. Mentre cerco un altro laboratorio in zona, penso che forse l’Ermetica faceva riferimento ai prelievi del sangue, ma rimango con un dubbio: perchè se io ti dico che non ho capito, tu-ermetica mi ripeti la stessa frase!?

Secondo laboratorio. Una sola persona davanti, Perfetto! Fra venti minuti, sono già al bar all’angolo a scofanare due cornetti. E come no!

Persona davanti a me, timidamente: “ Ma quel signore che ha servito prima aveva un numero dopo il mio, o sbaglio? Lo ha fatto passare avanti. Io stavo aspettando che chiamasse il mio turno

La temutissima donna dell’accettazione: “Io non ho fatto passare avanti proprio nessuno!!! Comunque, visto che lei è un gran prepotente, mi dica pure cosa deve fare!”.

In pratica era chiaro che la temutissima, faceva a tutti noi un piacere se stava lì. E “nel piacere” non era previsto nè un sorriso cordiale, quanto meno la più spiccia finta cortesia. Arrivato il mio turno, con sguardo torvo, mi liquida in due secondi, dicendomi che loro non fanno quel tipo di analisi. Caspita, non me ne andava bene una!

Presa dallo sconforto, temevo di non poter più usare le urine che avevo con me. Se mi state leggendo, al 70% siete donne in attesa, o che avete già dato, sapete benissimo che con la nota nostrana incontinenza, attendere tutta la notte per poter raccogliere le prime urine della giornata è una tortura cinese.

Terzo laboratorio. Solo una persona davanti, perfetto! Fra trenta minuti, sono già al bar all’angolo a scofanare due cornetti. E come no!

Signora anziana, con il numero. 34: “ Devo prenotare queste analisi

La temutissima donna dell’accettazione: “ Deve prenotare o deve farle oggi?

Signora anziana, con il numero 34: “Non so.. posso farle anche oggi?”

La temutissima donna dell’accettazione: “Allora deve  fare un’altra fila e prendere un altro numero.

Detto fra di noi, ho pensato che far ripetere la fila alla signora anziana mi sembrava una cazzata mega galattica ma, appurato che le temutissime sono sprovviste, per contratto collettivo nazionale,  sia di sorriso cordiale, che della più spiccia finta cortesia, mi sono illusa che la sua collega avrebbe potuto accogliere meglio i pazienti.

Io, numero 35 : “Devo fare queste analisi.”

La temutissima donna dell’accettazione: “Ah, ma deve fare anche la curva? Per questa deve tornare domani. Ci vogliono due ore almeno, e noi fra poco chiudiamo. Domani mattina alle 7.00.”

Ora io dico: ma se tu non hai mai fatto sta curva, chi cavolo ti avvisa che ci vogliono due ore e che devi andare alle 7.00? Certo, te lo dice il terzo laboratorio.

Senza più appetito, prima di andar via, sento la temutissima chiamare il numero 36. Come in un film tra I Soliti Idioti e Fantozzi, il dialogo si ripete tra la temutissima e la signora di prima. Questa volta, però, le richieste vengono accolte. Sì, perchè non è che fosse diversa la fila da farle fare, ma era il numerino che non andava bene!

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5 Comments

  • Reply Simona Luglio 8, 2015 at 3:14 pm

    Giorgia finalmente riesco a risponderti…..
    sei davvero forte i tuoi post sono un manna per le future mamme….io non sono mai stata una che chiedeva in giro troppo però sull’analisi della curva probabilmente ha “peccato” un po’ la tua ginecologa nel non spiegarti troppo di che si trattasse…
    Detto ciò alla faccia che le donne incinte e gli anziani vanno fatti passare prima almeno in ospedale eh??
    Non tutti gli ospedali però sono attrezzati alle doppie code (per gestanti ed anziani, e persone “normali”). Lo so bene anche io che per comodità andavo all’ospedale Vecchio di Monza dietro casa ma che essendo che si chiama “Vecchio” un motivo pur ci sarà!! Quindi stavo lì le ore per fare un cavolo di prelievo….
    Comunque hai proprio la vena da scrittrice lasciatelo dire…..

  • Reply Stato di grazia a chi? Luglio 8, 2015 at 3:52 pm

    Grazie Simona! Per quanto riguarda la mia ginecologa, penso anche io che avrebbe potuto dirmi qualcosina in più, ma il vero peccato che le riconosco è nelle cifre delle sue fatture. No comment! Peccato, perchè è una grande motivatrice.
    La priority mum è ancora una grande sconosciuta, almeno nel mio caso. Sabato devo andare alla posta, e ti racconterò se lì esiste. Me lo auguro tanto!
    La tua mum writer 😉

  • Reply Ilaria Settembre 15, 2015 at 12:40 am

    Ma sai che anche a me è successa una cosa simile?la mattina vado alla asl e mi dicono di tornare il giorno dopo,torno il giorno dopo e mi dicono che l’esame li non lo fanno…perciò buttando giù i santi sono dovuta risalire in macchina e andare all’ospedale a farmi bucherellare per due ore….e se poi ti esce pure sballata la curva come a me…Amen!! ? auguri per la bimba e complimenti per il blog?

    • Reply Stato di grazia a chi? Settembre 15, 2015 at 1:21 am

      Il fare su e giù tra ospedali, laboratori e ginecologi è il “mal comune ” di tutte noi. Certo, poi si spera che i risultati non ci deludano. Non so cosa succedeva in caso di curva positiva… intanto, incrocio le dita per quelli di domani… Grazie Ilaria ?

  • Reply A pochi giorni dal parto, arrivano le Voglie (di shopping). - Stato di Grazia a Chi? Marzo 27, 2017 at 9:02 am

    […] Ma la voglia non si è placata, e tutti quegli zuccheri non mi servivano manco per monitorare la curva glicemica. Allora sono […]

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