Mamme Over- Parte Seconda.

Molti anni fa, in spiaggia, assistetti a questo dialogo.

Lui- Il cattivo: “ Le donne, ormai, entrano in sala parto a quarantanni. Ti pare l’età per fare un figlio?”

L’interlocutore- Il mediatore compiaciuto: “Hai ragione. Però è anche vero che non è cosi semplice, mia figlia, ad esempio, è stata molto fortunata ad avere due bimbi  così giovane”

Lui- Il cattivo: “Ma cosa dici? Vedi come ho fatto io? Ho un figlio piccolo, nonostante la mia età, ma mia moglie me la sono scelta giovane apposta”.

Talmente illuminante l’intero discorso, di cui ho riportato lo stralcio più significativo, che se avessi avuto l’indirizzo di casa di quest’uomo, gli avrei inviato tutta la vita, per ogni anniversario di matrimonio, una scatola piena di cioccolatini avariati.

Ora: lui avrà avuto 45-50 anni, la moglie 30. La differenza di età, per quanto mi riguarda, non è un dato rilevante, ma ho trovato assurdo che Il cattivo avesse voluto rendere pubblico un pensiero così bieco: cioè che avesse scelto la moglie con un unico criterio, quello anagrafico favorevole a renderlo padre. Trovavo altrettanto assurdo, che potesse esistere una donna così stupida da accettare una cosa simile, ed una dichiarazione del genere, che pure io,  due file di ombrelloni dietro, avevo potuto/dovuto ascoltare con chiarezza.

La scelta della maternità

La scelta della maternità

Negli anni mi sono imbattuta in molte donne che avevano avuto problemi ad avere figli, anzi coppie (perché è giusto dirla in modo completo), e di altri che avrebbero voluto essere madri o padri, ma non hanno trovato la persona giusta o la condizione favorevole, e hanno dovuto rinunciare, almeno per il momento. Non sempre è facile parlarne, anche se sono sicura che parlandone, almeno con le persone che ci sono più vicine,  si scoprirebbe di non essere casi eccezionali, ma piuttosto comuni. Il fenomeno photoshop ha colpito anche le coppie: nessuno dice che mettere al mondo dei figli alle volte è complicato, che ci possono essere percorsi difficili attraverso i quali passare, che spesso sono in gioco anche fattori economici e di precarietà che bloccano, o rallentano i propri progetti.

Tornando al tipo da spiaggia, non so se fra di voi ci sia qualcuna delle persone di cui sopra, ma vi assicuro che, se mi ricordassi bene la fisionomia del tizio pelato, con la pancia flaccida, la schiena curva, l’orribile costume aderente, che ha proferito quelle imbecillità, vi farei una scansione dell’identikit, e ve la inoltrei subito per fax, email, dropbox, e quanti ne volete!

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