Ridendo e scherzando, è arrivato il momento di guardare il calendario in modo diverso. Ci siamo: da questo momento la borsa deve essere preparata per il fuggi-fuggi improvviso. Ogni gita fuori porta in un Paese in via di Sviluppo, senza un ospedale a portata di taxi, deve essere possibilmente evitata. Mi sembra ieri che non pesavo niente mentre oggi, se mi chino per prendere le scarpe, cado in avanti e, senza un appoggio ben solido, non mi alzo senza l’aiuto dei pompieri. Sono tornati un pò di sintomi che mi ero lasciata alle spalle: gran sonnolenza, stanchezza, stitichezza, mani gonfie e doloranti, in più se ne sono aggiunti altri come camminata lentissima (un metro ogni dieci minuti) e panico a momenti. Eh si, ora , quando ci penso, comincia a venirmi un pò di strizza.
Certo, l’umanità ci campa, anzi, ci nasce in questo modo. Ma di sicuro ancora nessuno era nato da me. Quando sono particolarmente stanca ed ho anche attimi di ansia, penso a tre cose che la natura avrebbe dovuto fare diversamente:
- Qualche mese di gravidanza in meno. Nove mesi sono troppi, è un’ esagerazione da fanatiche
- Il parto dovrebbe avvenire senza dolori, contrazioni e rotture varie. Tipo con il godimento di quando sei in vacanza
- I neonati dovrebbero venire al mondo già di sei /sette anni. Già mangiati, lavati e in via di autosufficienza
Il Padre eterno è un uomo, si capisce bene da come questi tre punti siano stati disattesi, eppure erano facili-facili da realizzare. Poteva consultarsi con Maria, Marta o Maddalena. Qualche dritta gliela avrebbero data.
Io ho frequentato assiduamente anche un corso preparto per prepararmi al momento. E sebbene quasi tutte dicano che, nella loro esperienza, sia stato inutile, posso affermare che al contrario ne sono pienamente soddisfatta. Non mi aspettavo che mi insegnasse a non avere paura, a respirare, o a capire come farla scivolare fuori in pochi secondi, mentre mi limavo le unghie. Se bastasse un corso per non avere paura nella vita, ragazze mie, ci sarebbero fior di Master in Bocconi con questa tema. Se ci fosse un unico sistema di respirazione, valido per tutte le donne, e per ogni parto, ce lo insegnerebbero al liceo nell’ora di religione. Quello che mi ha dato il corso è il non sentirmi sola (e scusate se è poco), unica nella mia “brutta malattia della gravidanza”, come dice mio marito scherzando.
Sentirsi sole è facile quando molte ti dicono frasi come: ” Così presto e già hai tutti questi fastidi?”; ” Fa parte della vita, della natura”; “Di cosa devi avere paura, mica sei malata”; ” Già non dormi? Vedessi dopo… io non dormo da anni, da quando sono nati i miei figli!”; “Io ho lavorato sino all’ultimo”.
Se frequenti donne al tuo stesso stadio, queste cose non solo non si dicono, ma tramite telepatia ci si comunica i rispettivi momenti di malessere e di preoccupazione. Ci si capisce senza giudicarsi. Nessuno fa il professore, e c’è solidarietà assoluta.
A me non me ne frega un ben emerito se tu non dormi da dieci anni! Se non avevi mai sonno, se eri un’iperattiva che, mentre era in travaglio, faceva una conference call con Hong Kong, ed intanto cambiavi il pannolino al terzo genito. Soprattutto, non me ne frega che fa parte della natura. Perchè fa anche parte della natura (UMANA) avere momenti di paura, di stanchezza e di sonno.
Manca poco meno di un mese. La rotella della Prenatal, la migliore amica di mio marito, dà un certo margine. E, da quando alcune colleghe del corso preparto hanno cominciato a partorire (in anticipo) ogni minuto è quello buono e, contemporaneamente, ogni minuto è lontano dalla data. Ora, i papabili giorni del parto (so che sarà difficile essere compresa) non li concepisco come il momento magnifico in cui conoscerò finalmente mia figlia, ma il momento in cui arriverò in ospedale. Il momento del cazziatone dell’ostetrica (a ragion veduta), perchè avrò dimenticato qualcosa di fondamentale nella cartella degli esami. Il momento dell’ignoto. Quello che tutte lo hanno fatto prima di te, ma per te è la prima volta, ed è questo quello che conta. Non sai minimante cosa ti aspetta.
L’ignoto regna su tutto, in questo caso. Ogni parto tanto è identico agli altri, tanto è diverso. E poi, cosa provi nel mentre e dopo il parto? Chi esce? Lei starà bene? E’ davvero subito amore? Dovrei provarlo già ora? Se i sentimenti, le paure ed i quesiti di cui sopra sono predominanti rispetto al resto, sono una donna senza cuore?
Tutti ci dicono che l’ameremo, e noi ci crediamo. Ma non penso a questo ora. Eppure non sono un cuore di pietra, credetemi. Ora, guardo il calendario e penso solo:
- Chissà se sta luna piena funziona
- Se mi fa penare, altro che skin to skin, la voglio vedere direttamente per il suo diciottesimo
- Devo riordinare la cartella esami
- Spero di resistere alle contrazioni le famose due ore, prima di gridare a mio marito CHIAMA UN CAXXO DI TAXI E NON FARGLI FARE IL PAVE’, SENNO’ VI STROZZO CON IL CORDONE A TUTTI E DUE!
4 Comments
Bellissimo e giustissimo articolo !
Grazie mille Céline. Immagino che anche tu ti senta, o ti sia sentita così allora. Giusto?
Dai, ce la farai!
Con me la luna ha funzionato, è nata a 38 set con luna piena. Però con le mie amiche del corso preparato non ha funzionato. Noi ci sentiamo ancora, infatti a me il corso è servito solo a quello.
Baci
Io sono stata molto fortunata con il corso, la nostra ostetrica è stata bravissima, coinvolgente e ci ha dato tantissime informazioni. Poi, è ovvio, che partorire spetta a noi 🙂
Grazie per l’incoraggiamento Concetta!