Bè ragazze, qui chiedo la vostra solidarietà, non mi voglio sentire una sfigata. Usate pure nomi falsi, come Samanta 89 (anche se siete Samanta con l’ H e siete del 69), ma fatemi un breve elenco delle sfighe degli ultimi giorni prima del parto. Quelli che, da manuale, dovreste impiegare nella preparazione del nido. Secondo un libro che stiamo leggendo, Che cosa aspettarsi quando si aspetta, tra una contrazione preparatoria ed un’altra, dovreste terminare la preparazione del nido, cucinare del cibo da congelare per trovarvelo al ritorno dall’ospedale e fare le ultime pulizie di casa, così che sia tirata a lucido dopo il cesareo.
Ma andassero a cagare! Se dal ritorno dall’ospedale, non trovo manco un tozzo di pane fresco da mangiare, io divorzio per direttissima!
Torniamo al focus del post. Io, sta spensieratezza degli ultimi giorni prima del parto, non ce l’ho (a dire la verità, ma chi mai l’ha avuta la Spensieratezza. Il mio dna ne è sprovvisto).
Piuttosto, a meno di una settimana (presunta), ecco la top five delle cose – poco spensierate– che mi stanno capitando:
- Ovetto per auto, da montare in anticipo per evitare che il papà possa dimenticarlo, e ci venga a prendere all’ospedale con la bici, non compatibile con le cinture dell’auto
- Ordine on line del gancio, che dovrebbe ovviare al problema di cui sopra, andato a buon fine. Ma purtroppo anche il nuovo gancio non è compatibile
- Punto 2 risolto, ma l’auto è morta. Non si accende più, non si sa se definitivamente o si sta prendendo gioco di noi. Per fortuna l’ospedale è vicino (a meno che, sfiga non voglia, non si sposti durante la notte). Nessun problema: l’andata la faccio a piedi, tra una contrazione ed un’altra, la preparazione di un minestrone da congelare e l’Argentil da passare sul servizio da thè. Il ritorno, rigorosamente, in tandem.
- Ordine del letto e dell’armadio per la casa nuova, nella quale trasferirci tra una poppata ed un’altra, sparito, smarrito, mai partito. La persona che se ne stava occupando, pare sia stata ficcata sotto un’auto. No panic. Tranquilli. Nulla di grave: lui sta bene, meno male. Noi no e che cacchio!
- La culletta, l’unica cosa che ci avevano prestato, manca di un pezzo. Con tre gambe pare non possa stare in piedi.
Non mi dite che a voi non è successo nulla prima del parto. Cose che vi hanno, ahinoi, allontanato dalla preparazione del nido. Non mi dite che avete preparato una Red Velvet, mentre limavate il parquet, e passavate il mocio per asciugare le vostre acque.
Non mi dite che tutte avevate una stanza/nido da preparare. Io la stanza non ce l’ho! Io, a parte il bagno, non ho stanze!
Viviamo in un loft figo, per carità, ma camere nada! Ho dovuto privarmi di una cassettiera Ikea per buttar lì dentro body, pannolini e copertine, che manco ci entrano tutte. L’altra metà è in una busta a terra. Soprattutto, ho dovuto sistemare la cassettiera nell’unico spazio disponibile: davanti al camino. Una delle cose che rende unico il nostro monolocale. Puntiamo su quello, con annessi vino&castagne, per suscitare invidia da parte di chi ha case vere, normali, con più camere e addirittura balconi.
Pretendo le vostre confessioni. Non fate le madri cattive!
ps. Proprio oggi che dovevo fare la foto, non c’è luce in casa. E che cacchio, punto 6 della Top 5.
8 Comments
Stai tranquilla, al tuo rientro sarai investita dal profumo di una pasta alla ” tranese ” in cottura nel forno.
Speriamo…. Mi fido! 🙂
Mi spiace, ma nessun evento catastrofico ???
Baci
Ma come? Mi scrivevi che fino a tre ore prima del parto stavi lavorando. Una corsa improvvisa e leggendaria in ospedale almeno! La benzina che manca improvvisamente; una ruota bucata; la carta d’identità scaduta. Dimmi qualcosa.. Confido in te 🙂
Si lavoravo, è nata a 38 sett, io sono in proprio. Comunque gli eventi non sono mai come te l’aspetti in ogni caso. Baci
Primo figlio: a pochi giorni dal parto mi comunicano dal piano di sotto che c’è una perdita dal nostro bagno!
Seconda figlia: nell’ordine ci abbandonano scaldabagno e lavastoviglie!
Grazie, mi fai sentire meno sola?
[…] ore alle due ore e mezza per asciugarsi (senza piega). Che faccio, mi porto il phon in macchina? Quale macchina, tra […]