Baby Modelli Crescono

Qualche settimana fa, ho letto del piccolo Andrea che, a otto anni, pare essere un modello richiestissimo, il cui volto ha fatto il giro del mondo. Ad attirare la mia attenzione, a dire la verità, è stato il titolo un pò ridicolo: La Madre: Va a scuola e fa gli autografi.  Giustamente hanno chiarito, caso mai qualcuno avesse il dubbio che le elementari non fossero più scuola dell’obbligo. Titolo a parte, mi sono soffermata a pensare se sia giuto o meno prestare il proprio figlio al mondo della moda.

Sappiate che non sono giunta ad una conclusione. Se da un lato non c’è nulla di male a far “lavorare” un bimbo, purchè senza stress e nel tempo non sottratto ad impegni reali e costruttivi, dall’altro, essendo in un’età di formazione, questo tipo di attività potrebbe creare in lui equivoci. L’ immersione totale nel mondo dell’apparire, potrebbe viziarlo con “Segni particolari: bellissimo. Quando cammina per le strade del suo paesino sardo le bambine si voltano a guardarlo (….)” parole dell’articolo, ma spero non di chi lo circonda.

Noi tutti cresciamo attraverso le esperienze e gli esempi, e se le nostre esperienze sono il farci vestire come dei piccoli adulti e farci dire quanto siamo fighi, temo che il rischio di credere che la vita possa essere quella, ci sia. Bè, effettivamente, la vita è quella: oggi il mondo si basa su ciò che abbiamo e su come appariamo. Ma io mi voglio illudere che il mondo, grazie al nostro contributo e a quello dei nostri figli, possa fare un piccolo salto di qualità!

Avete presente quell’altro fenomeno americano, ormai piuttosto datato, del concorso di bellezza per bambine? Le cui ciglia finte, i capelli cotonatissimi, il trucco sgargante, gli abiti improbabili, l’invidia tra genitori, arrivò in Italia attraverso una trasmissione su Real Time qualche anno fa? Little Miss America era il nome della trasmissione. Ora, io non dico che sia la stessa cosa di fare il modello per Armani, assolutamente! Ma sono comunque due modi, anche se profondamente diversi, di insegnare (attraverso l’esperienza) che la bellezza è quello che conta.

Io non so cosa voi ne pensiate sull’argomento, quello che credo io è che chi espone il proprio figlio, o la propria figlia, in questo mondo, ha un doppio lavoro da fare. Per cui, se da un lato non c’è nulla di male a fare come i genitori del piccolo Andrea, dall’altro va fatto un grosso lavoro su se stessi e sui figli. Su se stessi, per non montarsi la testa: non c’è alcun merito nell’ essere belli, vale per noi e per i nostri figli. Su di loro: la vita non è solo questo, ma questa è solo una parentesi, sicuramente divertente, ed appagante (per il mutuo aiuterà certamente).

Necessariamente ci sarà un pò di competizione durante i casting e, certamente, un pò di naturale frustrazione se non li si supera. L’importante è che questi sentimenti non li avverta il bambino. Probabilmente, se riusciamo a farlo divertire, senza lo stress di “le faremo sapere”, questo tipo di lavoro giovanile non è un male. Ma bisogna stare molto all’erta per il suo bene, prima di tutto non confondendo i nostri sogni con i loro. E sicuramente non è facile.

Poi: una cosa è fare la pubblicità dei pannolini, il testimonial per aziende che mostrano il bambino per quello che è: bello, buffo, curioso, ma sempre un bambino. L’altra è immortalare i bambini per quelle pubblicità di cui sono piene le riviste femminili:lì, in quelle foto, il bambino è del tutto assente. Si vede solo un bellissimo adulto in miniatura, cosa che non sono certamente i nostri figli!

L’intervista termina con  “Lui, il bambino star, in realtà non ha mai sognato di fare il modello.” E tu pensi: ma davvero? Strano che in una vita talmente lunga non abbia mai considerato questa opzione!

Allora concludo: se ho pensieri discordanti sui baby modelli, nessun dubbio ce l’ho su un’altra cosa: Scegliere bene il giornalista a cui rilasciare l’intervista!

 

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2 Comments

  • Reply Concetta Febbraio 24, 2016 at 3:41 pm

    Anch’io ho un po’ di perplessità a riguardo, certo è che conta il modus operandi, conta lo stato d’animo del genitore, se la cosa viene vissuta con serenità e come gioco da entrambi, perchè no. Nella serie Little Miss America era sgradevole la competizione delle madri.
    Baci

    • Reply Stato di grazia a chi? Febbraio 24, 2016 at 4:52 pm

      Hai ragione, hai usato il termine esatto: “sgradevole”. Effettivamente la competizione è un gran male quando ci sono bambini di mezzo.

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