Ve lo sarete chieste anche voi, almeno una volta. Come facevano le Mamme di Prima? Le nostre Mamme, ma, soprattutto, le nostre Nonne? E’ una domanda che mi pongo sempre più spesso e non trovo ancora una spiegazione adeguata.
Come facevano le Mamme di Prima….
Quelle che avevano dieci figli
Oggi, tanti figli non ne facciamo. Se arrivi a due o tre, è pure assai. Non trovo sia un pregio farne tanti o un difetto farne pochi. Sono tempi diversi: ognuno fa i conti con quello che può e vuole. Ieri, non si ragionava così. Non credo proprio che una mamma potesse scegliere: quella squadra di calcio che avevi, al posto di un paio di bebè, era un dono meravigliosamente faticoso, ma forse non sempre così tenacemente voluto. Altro che avere tempo per sé! Se andava bene, avevi tempo anche per gli ultimi figli!
Quelle che l’aiuto del papà non esisteva proprio
Ok, anche oggi, non tutti i papà sono buoni. Anzi! Sento (e vedo) di padri che dovrebbero fare un corso intensivo di adultaggine, essendo rimasti all’età della pubertà nonostante l’età anagrafica. Ci sono padri da brivido: disinteressati, maschilisti, menefreghisti, egoisti..insomma, un sacco di isti. Ma sono sempre meno, grazie al cielo. Anche se abbiamo sempre un buon motivo per lamentaci di loro (si, anche tu che hai sposato l’uomo dell’anno) sono quasi sempre presenti, coscienziosi ed amorevoli. Anche per loro, il figlio è sempre più una scelta fortemente voluta. Prima, la maggior parte dei padri, faceva l’uomo di casa. Quel pater familias che teneva i figli in braccio, forse, solo quando nascevano.
Quelle che, certi confronti intimi, erano proibiti
Le mamme di una volta, vivevano a stretto contatto con le proprie madri, nonne, sorelle, zie, bisnonne eccetera eccetera. Probabilmente, erano meno sole, rispetto a noi, fottute dall’idea del connecting people, del wireless e di what’s app. Sempre connesse, ma senza aiuti veri se hai un problema pratico da affrontare. Però, noi siamo più disinibite: parliamo, più o meno senza pudore, delle nostre ferite, fisiche ed emotive, della gravidanza, del parto, della maternità. Abbiamo modo di sapere che molte cose sono normali e comuni. Loro, temo di no. Chissà quanto tenevano dentro per vergogna, timore. Chissà quante volte, avranno pensato (in quei 5 secondi di tempo a disposizione), Sarà normale?
Quelle che altro che la moda dei pannolini lavabili e dell’olio di palma
Ci sono una serie di stroxxate che, diciamoci sinceramente, sono mode che possiamo permetterci! Alla base di alcune nuove convinzioni, ci sono anche principi nobili e condivisibili, per carità. Ma ditelo alle mamme di una volta: quelle che avevano pannolini lavabili per necessità, e che di culetti da pulire ne avevano decine! Quelle che non esistevano lavatrici o lavastoviglie o forni. E le merendine, i biscotti e tutto lo scibile con l’olio di palma? Sfamare tutti era un problema, credo che avrebbero dato direttamente i bidoni di olio, se li avessero avuti.
Quelle che i bambini dormivano nei cassetti
Non sempre culle, ma cesti e cassetti. E noi ci lamentiamo, a ragione, di quando nostro figlio piange e non ci fa dormire! Pensate quando ne piangevano 5-6 alla volta!!! Giuriamo di non lamentarci più! (No, scherzo, è impossibile!).
Chissà come si sentivano queste donne. Chissà se erano più felici di noi o, talmente stanche, da non farselo proprio questo problema. Voi che ne dite?
19 Comments
Io ci penso sempre, perchè noi in casa siamo 4 figli (due sorelle e due fratelli) e mia mamma ha sempre fatto tutto da sola perchè aveva la famiglia lontana. Lei è il mio pensiero fisso quando penso che non posso farcela e aiuta, eccome se aiuta 🙂
PS. il problema di oggi è che le mamme si lamentano troppo troppo e troppo.
Io ci penso sempre, perchè noi in casa siamo 4 figli (due sorelle e due fratelli) e mia mamma ha sempre fatto tutto da sola perchè aveva la famiglia lontana. Lei è il mio pensiero fisso quando penso che non posso farcela e aiuta, eccome se aiuta?
PS. il problema di oggi è che le mamme si lamentano troppo troppo e troppo.
Io sono tra le prime, che si lamenta 🙂 A mia discolpa, però, dico che il lamento mi viene da lontano. Da un complesso di cose che non sono andate come avrei voluto. Ad esempio, le mie radici che sento sempre troppo lontane. L’impossibilità di condividere, gioie e dolori, con amiche vere ed i miei genitori. Ottocento chilometri di distanza, fanno tanto della mia fatica. Ma anche altro.
Alla fine, è umano lamentarsi. Siamo privilegiate rispetto alle nonne (le mie, almeno) che hanno fatto figli nel dopoguerra. Panorama troppo lontano, per fortuna.
Detto questo, hai ragione. Alle volte, ci lamentiamo troppo troppo.
Grazie.
Quella dei pannolini lavabili, scusa, ma mi ha fatto morire 🙂 Facciamo (fanno) tanto i fighi, come avessero inventato chissà cosa, ma chi ha davvero voglia di tornare a qualcosa che è sempre esistito? E, pensa, anche per gli assorbenti femminili mica c’era la lines. Mia nonna aveva 7 figli, niente lavatrice. Appena apparve sul mercato (la lavatrice, non mia nonna)… apparve anche lei: ossia la comprò all’istante (fortunatamente se la poteva permettere). Come facevano? Be’, famiglie patriarcali dove i figli erano suoi ma anche di tutti, e poi, diciamolo: i figli dei ricchi avevano tate e domestici. Quelli dei poveri se la cavavano da soli, i fratelli grandi si curavano dei piccoli. In entrambi i casi una cosa è certa: le mamme NON STAVANO dietro ai figli come ci stiamo noi. Niente seghe psico-pedagogiche, niente giochi insieme sul tappetino ikea. Niente. Se rompevi ti beccavi le cinque dita. E poche palle.
Quanta nostalgia per alcune cose, sai? Alle volte, penso di essere troppo “vecchia” per oggi. Ovviamente, non mi riferisco ai pannolini da lavare & Co.
non dirmelo! Non dovevo crescere (e crescere figli) in un’era così tecnologica e di gare a chi fa prima cosa. Di solitudini mascherate da socialità, e ritmi che non mi appartengono 🙁
Non avevo dubbi, che mi avresti capita!
secondo me era tutto più difficile e contemporaneamente più facile. perchè se una mamma chiamava un figlio, chiamava una volta, se chiedeva ad un altro di aiutare il fratello/sorella, era certa di essere ascoltata. io ricordo che bastava un ‘occhiata di mio padre per obbedire, non mi sognavo minimamente di rispondere o ricattare i miei genitori. adesso è difficile gestire bimbetti in fasce non perchè non dormono o hanno il culetto arrossato, ma per l’aspetto emotivo-caratteriale. oltre al fatto che il discorso sonno si aggiusta con il tempo, il resto è più faticoso…
Mi attacco, con tutte le mie forze, alla tua frase finale: conto di recuperare il mio sonno notturno 😉
Ciò che rende tutto più difficule, oggi come oggi, è la poca propensione al sacrificio… E, in seconda battuta, la solitudine delle mamme, sempre più social, sempre più sole….. La rete femminile di una volta manca eccome!
Bè, è vero che abbiamo meno spirito di sacrificio. Però, proprio ieri, dopo il post, ci pensavo, è anche vero che ci viene chiesto troppo. Non credi? Dobbiamo tornare subito in forma, non essere mai “sciatte”, cercare altre forme di lavoro esterne, sia come realizzazione personale che come necessità economica etc etc. Non è facile resistere a queste cose che, in teoria, sono per il nostro bene, in pratica, ci creano un forte stress. Almeno per me, che mi vesto ancora come una sfollata, ed è passato più di un anno ormai 🙂
Si. È vero anche questo…. Ma credo più che altro che siamo noi a sentirci sempre un po’ insoddisfatte…
Secondo me il discorso cambia se ci paragoniamo alle nostre mamme o alle generazioni precedenti. Rispetto alle nostre mamme, e’ più o meno lo stesso, visto che la mia, classe 52, a parte il fatto che i pannolini usa e getta li ha potuti usare solo per il terzo figlio, negli anni ’90, ha vissuto le stesse pressioni e lo stesso isolamento nostro: essere impeccabile a lavoro, avere figli e incastrare impegni, gestire la casa che gravava praticamente solo su di lei, essere attraente per non perdere il marito (così si insegnava allora e, purtroppo, vale ancora oggi). Certo, oggi i padri sono spesso più collaborativi ma sono aumentate seghe mentali e ansie pedagogiche e quindi secondo me ci bilanciamo. Invece rispetto alle nonne, bisnonne ecc., siamo privilegiate perché viviamo una maternità consapevole, non fatichiamo, in maggioranza, a metter insieme pranzo e cena e possiamo contare su elettrodomestici di ogni tipo. Però non abbiamo più certezze lavorative e non possiamo non lavorare senza subire giudizi negativi, ci si richiede di essere sempre perfette e dedichiamo ai nostri figli forse troppe attenzioni e certamente troppe ansie. Ognuno è figlio del suo tempo però non so davvero dire chi stesse meglio!
Condivido totalmente. Io sono stata generica, parlando delle generazioni precedenti, solo per praticità. E’ come dici tu, siamo molto più vicine alle nostre mamme, da quei punti di vista. Certo, loro avevano una fiducia nel futuro un pò diversa. Fatta di tante piccole cose. Il (contestato) benessere economico che c’era allora, le aiutava ad essere meno tragiche. Ad avere meno incertezze. Questo non è poco, rispetto a noi. Ma, come concludi tu, ognuna è figlia del suo tempo. Questo è, e questo ci teniamo 😉
Eh si, l’ottimismo che si respirava ai tempi dei nostri genitori, pur con tutte le lotte sociali e di classe, e’ ciò che oggi ci manca di più!
Secondo me il discorso cambia se ci paragoniamo alle nostre mamme o alle generazioni precedenti. Rispetto alle nostre mamme, e’ più o meno lo stesso, visto che la mia, classe 52, a parte il fatto che i pannolini usa e getta li ha potuti usare solo per il terzo figlio, negli anni ’90, ha vissuto le stesse pressioni e lo stesso isolamento nostro: essere impeccabile a lavoro, avere figli e incastrare impegni, gestire la casa che gravava praticamente solo su di lei, essere attraente per non perdere il marito (così si insegnava allora e, purtroppo, vale ancora oggi). Certo, oggi i padri sono spesso più collaborativi ma sono aumentate seghe mentali e ansie pedagogiche e quindi secondo me ci bilanciamo. Invece rispetto alle nonne, bisnonne ecc., siamo privilegiate perché viviamo una maternità consapevole, non fatichiamo, in maggioranza, a metter insieme pranzo e cena e possiamo contare su elettrodomestici di ogni tipo. Però non abbiamo più certezze lavorative e non possiamo non lavorare senza subire giudizi negativi, ci si richiede di essere sempre perfette e dedichiamo ai nostri figli forse troppe attenzioni e certamente troppe ansie. Ognuno è figlio del suo tempo però non so davvero dire chi stesse meglio!
riporto la mia esperienza ho quasi quaranta anni e sto per diventare madre, a mia volta ho dei genitori che hanno abbondantemente superato i 70 per cui ti posso confermare che prima era tutto diverso….la diversità nel mio caso è riscontrabile nel fatto che avevo una nonna che mi ha cresciuta insieme al mio gemello in quanto mia madre ha sempre lavorato…..ed era il perno della famiglia mia nonna era robotica 🙂 un altro modo di vivere ma si stava meglio sicuramente…..
Siamo coetanee 🙂 Io non sono stata cresciuta dai nonni….ma alcuni amiche si. Anche io propendo per la tua opinione. Chissà se abbiamo ragione, ho se è solo il famoso “si stava meglio quando si stava peggio” 🙂
Che domanda difficile! Quoto tutti i commenti praticamente e sottolineo l’importanza della presenza, nel passato, di quella fitta rete di parentato/vicinato (soprattutto nei paesini) dove si cresceva tutti assieme. Poi ci sarebbe da fare un distinguo più approfondito tra le nostre nonne, le nostre mamme e noi. Comunque ti capisco benissimo quando parli della distanza dalla tua famiglia. Io sono una sarda trapiantata a Roma. Anche a me, soprattutto ora che ho la bimba, manca molto!