Drusilla e Mimma, 37 e 44 anni, vivono, rispettivamente, a Riyadh (Arabia Saudita) e a Kuwait City. Sono due fantastiche mamme, che ci faranno fare un tuffo in un mondo pazzesco: in pieno deserto.
Due origini molto diverse: Drusilla parte dalla pianura padana, precisamente da Canneto sull’Oglio, mentre Mimma dalla bellissima Francavilla Fontana. Expat per amore.
I loro figli, Tommaso, Riccardo e Giada, di 8 e 6 anni, vivono in un mondo differente rispetto a quello dei nostri figli.
Mettetevi comode. Preparatevi una tazza di caffè lungo, e buttatevi in questa splendida lettura.
♥ Cosa vi piace, e cosa no, delle città nelle quali vivete?
D: Riyadh non è una città facile da vivere. Tante regole da seguire, soprattutto per noi donne. Devo indossare l’abaya (una specie di lungo camicione nero) e non posso guidare, ad esempio. Per motivi di sicurezza, dobbiamo vivere all’interno di un compound (una specie di villaggio, all’interno del quale, ci sono una serie di servizi essenziali per le famiglie).
La caratteristica principale di un compound è il fatto di essere circondato dalle mura di protezione e, per entrare, occorre superare i controlli. Ovviamente, siamo circondati dal deserto. Insomma, è più facile fare un elenco di cose che non mi piacciono. Detto ciò, ci sono dei luoghi meravigliosi, unici da visitare, e vivo una realtà fatta di semplicità e tranquillità.
M: Se mi avessi fatto questa domanda 5 anni fa, appena arrivata a Kuwait, ti avrei fatto una lunga lista di cose negative. La settimana che inizia di domenica, l’assenza di marciapiedi o comunque la difficolta di camminare a piedi, la religione, il divieto di bere alcolici e di mangiare salumi. Ora, invece, ritengo che i vantaggi superino gli svantaggi. C’è la sensazione che tutto sia possibile. La sicurezza, la gentilezza verso i bambini, e la presenza di una buona comunità expat, sono le ragioni che mi aiutano a stare bene qui.
♥ Come Mamma, invece, quali credi siano i vantaggi rispetto all’Italia?
D: In Italia, come mamma, ho vissuto solo un anno, quello di passaggio tra il Kuwait e l’Arabia Saudita. E’ stato un anno difficile e molto impegnativo per me e per i miei bambini. Mio marito era già a Riyadh a lavorare e tornava ogni tre mesi. E’ stato complicato organizzare la mia vita da sola con due figli, cercare delle attività extra scolastiche, entrare in una comunità chiusa e provare a ricrearsi delle amicizie. Oggi, invece, viviamo all’interno di un compound, questa realtà è decisamente vantaggiosa per noi mamme, perché a pochi metri da casa abbiamo il parco giochi sempre pieno di bambini, le piscine e diverse attività sportive e ricreative. La scuola si trova fuori, ma per fortuna non è molto lontana, e ogni mattina i bambini usano un bus messo a disposizione proprio dal compound.
M: In Italia ho vissuto solo un anno, da mamma, e ricordo la solitudine, il sentirmi ostaggio di una tata e il clima nefasto milanese, città nella quale ho vissuto per venti anni. Qui, invece, mia figlia sta 9 mesi all’aperto, fa tanto sport, e ci sono tante mamme che non lavorano, pertanto la solitudine è un vago ricordo e, soprattutto, si cercano di organizzare tanti momenti di socialità per i bambini.
♥ Che tipo di scuola frequentano i vostri bambini?
D: I miei figli frequentano una scuola privata in quanto, quelle pubbliche, sono in lingua araba. La nostra scuola adotta il sistema australiano. Le lezioni iniziano alle 7.50 e finiscono alle 14.00. Si inizia la domenica. Giovedì, venerdì e sabato sono giorni di riposo. I costi sono elevati, ma inferiori rispetto a quelli di una scuola privata internazionale, in Italia.
M: Mia figlia frequenta una scuola inglese, privata, per le stesse ragioni di Drusilla. E’ una scuola no profit. Tutto quello che ricava è investito in attività benefiche, che vengono poi documentate. Si lavora molto in classe, per cui i compiti a casa sono meno rispetto a quelli italiani. Apprezzo molto che, in queste scuole, ci sia la cura di alcuni valori come il rispetto, l’empatia e la positività.
Attività come il Circle time, e lo Show and Tell, hanno come fine ultimo quello di conoscersi e acquisire sicurezza. I bambini imparano a parlare in pubblico. Trovo meraviglioso che ogni giornata scolastica finisca con la lettura di un libro ad alta voce, e che una volta a settimana si rechino in biblioteca.
Apprezzo anche che si venga divisi in gruppi, all’interno della stessa classe, in base al livello di ognuno. Per me è un ottimo metodo. In primis, perché così ognuno viene seguito in base alle sue capacità, e poi perché si crea un po’ di competizione, intesa nel senso giusto.
Probabilmente, rispetto a noi, studiano meno geografia o storia, ma in ogni caso penso che questo sia un gap che si possa colmare, mentre gli altri no.
♥ Cosa vi manca dell’Italia?
D: Ci sono giorni in cui sentiamo tanto la mancanza dei nonni e degli zii. Ci mancano i loro abbracci e baci, i loro insegnamenti, il semplice tempo trascorso in loro compagnia, ma confesso che la distanza rende ancora più speciale il loro rapporto. Fa capire quanto siano preziosi. Talvolta, mi mancano le nostre tradizioni.
M: Mi mancano le domeniche e le nostre tradizioni. Mi mancano i miei amici milanesi con i quali, più passa il tempo, più è difficile mantenere il rapporto. Con la famiglia è più facile riuscire a costruirsi un quotidiano, nonostante le distanze.
♥ Pensando al futuro dei vostri figli, tornereste in Italia?
D: No. Vorrei che i miei figli conoscessero altri luoghi nel mondo, altre culture, che imparassero altre lingue, facessero amicizia con bambini che arrivano da ogni parte del mondo. Vorrei che continuassero ad essere curiosi, a stupirsi, che non si stancassero mai di scoprire e vivessero tante avventure indimenticabili.
M: La penso come Drusilla, sebbene mia figlia abbia un amore viscerale per l’Italia, a cui si sente molto legata. Ha persino imparato a leggere, da sola, in italiano. Lo ha fatto pur di leggere un libro su Roma. Città che ha conosciuto lo scorso dicembre, e che l’ha folgorata.
State sognando? Ve l’avevo detto che sarebbe stato un viaggio fantastico. Drusilla & Mimma hanno un blog, Mamme nel deserto, se volete conoscere le loro avventure, non vi rimane che leggerlo.
Se non avete ancora letto delle expat negli Usa e a Praga, fatelo subito!
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