Qualche giorno fa, siamo andati a fare colazione fuori con un’ Allegra urlante, come legittimamente deve essere, con pretese di cornetti e minacce alla quieta pubblica. Questo mi ha fatto fare un tuffo in un vicino passato. Il primo sabato dopo l’arrivo di Allegra.
Me lo ricordo come fosse ieri, il primo sabato, dopo l’arrivo di Allegra. Me lo ricordo perché, a mio avviso, ha segnato un confine. I we prima e dopo l’arrivo di un figlio.
Me la ricordo la sera del venerdì quando, con mio marito, ci siamo guardati in faccia, non capendo ancora cosa fosse successo alla nostra vita ma, soprattutto, perchè la notte non si potesse più dormire.
” Dai, che bello. Domani è sabato, possiamo riposare un pò di più”.
Si, lo so. Due idioti.
Solo quando l’alba è arrivata a rischiarare il nostro sabato, ci siamo accorti che nulla era cambiato. Non c’era la possibilità di prenderci una pausa, di dormire un pò di più. Perché i figli non sono come il lavoro, pur essendo un lavoro vero e proprio.
Il sabato mattina, ci siamo guardati in faccia, e ci siamo meravigliati di come nulla fosse cambiato rispetto al giorno prima. Certo, eravamo in due a stare in casa, ma di riposante non c’era proprio nulla.
Allora, armati di romanticismo, decidemmo di andare a fare colazione fuori. Del resto, cosa non può risolvere il binomio cornetto & cappuccino? Dovevamo, però, fare i conti con alcuni nuovi fattori:
- Lo spazio. Prima andava bene anche quel tavolo all’angolo, stretto fra gli altri commensali. Oppure quello carino, accanto alla finestra. Da quel momento, lo spazio tra tavoli, muri e finestre, non sarebbe stato più tanto trascurabile. Piuttosto ti accalappi un tavolo da otto, pur di garantirti qualche metro quadrato per il passeggino.
- La calca. Tra la gente al balcone, quella alla cassa o alla vetrina dei dolci, mi pareva che tutta Milano fosse nello stesso bar. Tutti sul passeggino. Spostarlo in continuazione non mi rilassava molto, mi pareva di fare ginnastica.
- L’indescrivibile sotto. Sebbene spopolino libri sulla gravidanza e mommy blog, su quello che ti accade di sotto, dopo il parto, c’è uno strano tabù. Forse per garantire l’effetto sorpresa alle primipare. Chissà. Io ho già fatto spoiler in diversi post: sta solo a voi decidere se vivere il mistero sino alla fine, o far finta che siate state delle miracolate a sud. Ad ogni modo, a causa di
emorroidi ed episiotomia, sedermi era un inferno. Non mi rimaneva che spostarmi da una chiappa ad un ‘altra. Un flagello. La ciambella non era ancora arrivata a casa, e, comunque, non l’avrei portata al bar.
Insomma, tempo dieci minuti scarsi, eravamo già sulla strada di casa, scorati dal nostro primo sabato.
Pian piano, le cose sono andate assai migliorando. Ormai, da quel tunnel, siamo usciti. Ne abbiamo arredato uno nuovo.
E voi, ve lo ricordate il primo week end con pargoli?
2 Comments
mi rendo conto che è passato così’ tanto tempo che non li ricordo più. ora ci sono altri week end da incubo. week end sacrificati per i tornei di basket, i compleanni, i saggi, i pigiama party. week end di litigi fra loro, di casa così incasinata da far scappare i ladri. però ad essere sincera va bene così. e quando fra pochissimo ormai saranno in grado di gestire tutto ciò da soli, forse respirerò, forse mi mancheranno…
Week end sacrificati con le loro partite? Tutta la mia stima e la mia solidarietà!