Siamo tante: le expat de’ noantri. Le emigrate a cui manca l’appeal del vivere all’estero o in terre esotiche. Noi abbiamo, semmai, il fascino del trolley di cartone.
Moltissime di noi sono trapiantate al nord, nelle pseudo metropoli. Ed è a noi, in special modo a quelle con le quali condivido la città degli eventi e della moda, la Milano delle polveri sottili, a cui dedico questo Manifesto.
Un decalogo di regolette da insegnare ai propri figli … per non fargli dimenticare mai, da dove vengono.
- Non cedete mai, mai e dico mai, all’articolo determinativo davanti al nome proprio di persona. La grammatica è la stessa in tutta Italia. Lo dovrebbero sapere gli amici nordici, che ci sfottono con: porto giù il cane che lo piscio. Per ogni la Carla, la Giuliana, il Gian Filippo, c’è un accademico che si lancia dalla madonnina.
- Segue la prima. Non mettete mai l’articolo neanche davanti ai nomi dei cartoni animati. Ogni volta che sento la Peppa (Pig), giurerei di vedere anche lei intenta al suicidio.
- Chiamate il cornetto con il suo nome. La brioche è un’imitazione. È secca-secca, una specie di cornetto triste, a dieta da anni. Del resto, facciamo colazione a Milano, non in Costa Azzurra.
- Al bar, fino alla fine dei vostri giorni, offendetevi se non vi danno un bicchiere d’acqua insieme al caffè. E, alla richiesta di 60 centesimi, fingete uno svenimento, se sono umani, dovrebbero offrirvi l’intera bottiglia.
- Usate il Voi, quando parlate con una persona anziana. Lo so, al Nord non si usa. Eppure è bellissimo, è un segno di rispetto e di distinzione.
- Non cedete alla tentazione dell’omologazione razzista. I meridionali si chiamano così perché sono a meridione. Non chiamateli mai terroni: è un dispregiativo e la scusante “vabbè, tanto mia madre e mio padre sono pugliesi/calabresi/siciliani”, semmai, è un’aggravante al reato di disprezzo, non una concessione all’offesa.
- Salutate, sempre, chi abita nel vostro palazzo. Lo so, anche questa è una cosa che non si usa. I nordici metropolitani preferiscono fingere una chiamata al cellulare. Forse temono che, dal saluto, si passi ad un invito a cena. Rassicurateli: la cassoeula non la digerite.
- Al parco, restituite i giochi altrui di cui avete usufruito. Ricordate: Paese che vai, tradizione che trovi. Non è come da noi: non fingete che siano stati abbandonati, per arricchire la vostra collezione di giochi rubati.
- In auto, in motorino, in bicicletta, a piedi o sul monopattino. Comunque vi stiate muovendo, non dovete correre solo perché tutti dicono di andare di fretta. Salvo casi di emorragia, non esiste mai un valido motivo per correre, travolgere gli altri e incaxxarsi perché si sta facendo tardi.
- Cercate di volergli bene. A loro: agli indigeni. Non sono cattivi, li disegnano così. E a loro: ai meridionali. Sarete sempre un po’ mezzi e mezzi. Avrete i pregi degli uni e degli altri. Sarete sempre un po’ mè, mò, uagliò e biciclètta con la e aperta.
Facebook Comments
2 Comments
Proprio vero! Applico le tue raccomandazioni dal 2001 dacché mi sono trasferita in Toscana dalla Sicilia …. e le c me le tengo strette ?
Brava, ci vuole pazienza ma possiamo farcela ?