Come avrete notato, sto scrivendo pochissimo. L’attesa, questa volta, non mi fa produrre tanto, come fu per Allegra. Allora, scrivere mi aiutava a far passare il tempo, a confrontarmi e anche a sfogarmi. Non mi aspettavo che Allegra sarebbe arrivata 11 giorni dopo la data presunta.
Questa volta, invece, sono preparata ad attendere. Diciamo pure che non ho mai creduto avrei spaccato il secondo. Le uniche cose che mi auguro è che vada tutto bene, che sia un parto più facile rispetto al primo e che mi permetta di godermi Orso al massimo e dall’inizio.
Certo, non si è mai davvero preparate. Il parto è sempre un viaggio che può cominciare in qualunque momento e durare quanto vuole. Un pochino di foxxuxissiixa paura ce l’abbiamo tutte. Bibbia docet.
Quello che ho scoperto questa volta, invece, è come sia importante prendersi del tempo per sé. Ovviamente se non si lavora per Hitler. E’ importante, ad un certo punto, staccare. Staccare davvero, con le mail, i progetti lavorativi, gli generici impegni a cui far fronte.
Ad un certo punto, ci siete voi e la vostra pancia. Noi e la nostra attesa. Nessun altro.
Io stessa, ad esempio, ho cercato di far fronte a tutto quello che potevo, sino a Natale. Poi, stop. Curando un blog, la mia assenza può bruciarmi, ma so che non ci può essere altro, fino a quando Orso non arriverà ad animare le nostre notti, con vagiti che entreranno in competizione con i risvegli di Allegra. Ho i brividi solo al pensiero!
Questa volta, ho scoperto l’importanza di prendersi il famoso periodo di maternità. Quello che alcune aziende lo concedono solo formalmente, perché poi ti bombardano di mail e telefonate. Quello che, per paura di ritrovarsi con la scrivania in fondo al corridoio, molte mamme non prendono, rispondendo alle mail mentre fanno il monitoraggio.
Il periodo di maternità serve a conciliarti con l’attesa, quella che, spesso, è trascorsa senza manco che te ne sia accorta. Ti permette di adempire ad una serie di incombenze senza corse sui tram, in auto, a piedi. La maternità è quella quiete prima della tempesta a cui ogni singola cellula del nostro corpo anela. La quiete si fa per dire. La tempesta …. mica tanto. Già sapete, no?
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