La febbre dei bambini di mischia molto facilmente ai genitori

L’influenza al tempo dei figli

C’era un tempo in cui non ci ammalavamo mai. Giusto un leggero mocciolo poteva far capolino. Quel naso che faticava a respirare. Non bastavano centimetri di neve sotto i nostri piedi senza calze, o un leggerissimo cappottino sopra un vestitino quasi estivo. Non bastavano le ore passate in piedi, al gelo, all’esterno di un locale affollato, con un bicchiere di vino in mano, mentre facevamo quattro chiacchiere con quel tipo che ci piaceva.

Niente. L’influenza non ci prendeva proprio!

Ora, invece.

Ora basta uno starnuto di un figlio qualsiasi, il nostro o quello di un altro. Un colpetto di tosse del marito. Il contatto con i virus intrappolati nell’aria del nido, nelle fibre dei calzini antiscivolo, nel cappuccio della loro felpa.

Ora, basta un niente e ci viene la febbre. Una febbre particolare: si sa quando arriva ma è impossibile sapere quanto duri. Il più delle volte dura una settimana, di cui sei giorni sedute sul gabinetto. Ci fa effetto dimagrante: usciamo dall’influenza che abbiamo ritrovato la forma di quando avevamo dodici anni.

Più figli abbiamo più ci prendiamo la febbre, più prendiamo la febbre, più dimagriamo. 

Quando arriva l’inverno cominciamo a tremare…. abbiamo una fottuta paura di quante  influenze ci colpiranno. Uno tsunami di 39°/40° così, giusto per gradire!

Per non parlare dell’effetto scuola: ogni volta che andiamo a prendere i figli, temiamo per l’incolumità di tutta la famiglia, fino ai parenti di 5° grado. La scuola è una prova di sopravvivenza, una comunità per testare la legge di Darwin, l’evoluzione della specie, la prova di chi è il più forte.

Per ogni nipotino che si ammala a Milano, c’è un lontano zio – che vive in Sicilia – che prende la cacarella. Un cugino – che vive nelle Americhe- che va di diarrea sino al prosciugamento dei succhi gastrici. Un nonno – scappato in Australia- che fa testamento.

Non importa dove sono, dove vive il resto della famiglia. Il Virus troverà tutti e saranno dolori!

La scuola è una prova di forza. Vince chi, a fine anno, ha preso meno febbre, la famiglia che è dimagrita di meno, il bambino meno infettato.

La scuola non dovrebbe chiamarsi con quei nomi di fantasia, tutto un C’era una volta, il Giardino incanto- I piccoli nanetti- Nonna Papera eccetera eccetera. L’unico nome accettabile sarebbe: Io speriamo che me la cavo. 

 

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