La gente pensa che avere due figlie piccole sia come possedere due bambole. Pettinarle, cambiarle i vestitini. Fare lavori a maglia, nel dolce silenzio delle casa, mentre una colora elegantemente un disegno e l’altra spazzola una bambola.
La gente pensa che sono momenti godibili, saldamente ancorati al presente. Ti vede statica, in una casa statica. Nella loro mente c’è qualche piccolo capriccio, gridolino, perché in fondo sono vive, ma nulla di più.
La gente pensa che passiamo il tempo a metterci lo smalto, scambiarci i vestiti, chiacchierare come fossimo all’ora del tè con le amiche.
Loro ignorano tutto o fanno finta o dimenticano.
La verità è che di presente, in certi momenti, non c’è nulla. La tua testa vaga, pensa a ciò che dovresti fare, a ciò che non hai fatto, a quante ore manchino.
La verità, per quanto certi fatichino a crederlo, di statico non c’è nulla. Tutto si muove. Loro camminano, corrono, si arrampicano. Spostano poltrone, sedie. Prendono giochi, tirano cose, cadono, piangono, chiedono, rispondono. E’ un terremoto che coinvolge tutto ciò che sta attorno a loro. Hanno bisogno, provano, tentano, riprovano e chiamano, chiamano sempre. Un moto perpetuo come anche il rumore.
La verità, riguardo il godibile, è che è come se ci fosse un colino. La parte che si riesce a capire, a godere, a tenere stretta a sé, sono piccoli granelli, perché il resto fugge via come un fiume. Perché è troppo. Troppo frastuono. Troppe parole. Troppo di tutto. Per quanto il cuore vorrebbe, la testa non può. Per quanto l’amore ci provi, la consapevolezza non arriva.
La gente pensa che avere due figlie piccole sia come possedere due bambole. Si fa un’idea diversa. La verità è tutt’altra.
Per quanto vorremmo tenerle in braccio, strette a noi, per sempre, annusando il loro profumo, sentendo il calore della loro pelle, sentendoci il centro del loro mondo, per quanto vorremmo avessero per sempre le loro gambine incrociate al nostro fianco, come fossimo il loro unico sostegno, la loro manina nella nostra mano, all’infinto, sappiamo che è troppo, a volte.
Ci abbiamo creduto, lo abbiamo provato, ma sappiamo che può essere troppo. Perché il resto non ci aspetta, non rallenta per noi. Sappiamo che tutto va avanti, come faranno anche loro. Sappiamo che di statico, di godibile, di presente, a volte, non c’è proprio nulla. Soprattutto a loro.
2 Comments
Vero, tristemente ma realmente vero.
Si, ahinoi, lo è.