Lo sapete. Fino ad allora, per il Codice Penale, i reati di violenza sessuale e incesto erano rispettivamente parte dei “Delitti contro la moralità pubblica e il buon costume”. Lo stupro non offendeva la persona, la vittima, ma la moralità della società. Quella che non poteva decidere nulla, del proprio corpo in primis, non era riconosciuta vittima.
Quella data, che sembra l’altro ieri, è schiacciante, fa malissimo. Ma è ad essa che, quando voglio essere ottimista, mi aggrappo. Penso che quel passato ignorante, immorale, ignobile, irragionevole, inumano, è troppo vicino, per cui non può che essere questione di tempo, perché le cose vadano meglio.
Quando Grillo padre urla, con la stessa forza disperata di un uomo caduto da una nave da crociera, sperando di essere sentito e recuperato, quando grida come un cane rabbioso, ti fa tornare a prima del 1996.
Lo fa perché non se la prende con i giornali che, a parer suo, danno il figlio come già colpevole, cosa che, Grillo padre, ma anche Mario Rossi, avrebbe tutto il diritto di fare. Ma se la prende con la vittima. La presunta vittima, non pare essere una persona, una ragazza che potrebbe essere la figlia, no. La presunta vittima è un bersaglio.
Il Grillo padre, comprensibilmente disperato, sa di non essere Mario Rossi, e sa che quello che dice lui ha un peso anche politico. Eppure lo fa. Se ne fotte della sofferenza degli altri genitori, o, eventualmente, della vittima (se vittima è), se ne frega delle ragazze, delle donne che, ogni giorno, subiscono una violenza.
Grillo padre avrebbe potuto prendersela solo con la stampa, ma non lo ha fatto. Ha parlato solo della ragazza e lo ha fatto perché, si può ipotizzare, quel 1996 non gli è andato a genio.
E chi lo difende come PADRE, sbaglia. Nessuno gli nega il diritto alla disperazione, alla rabbia, verso la vicenda, ovvio, ma quello che lui ha fatto è stato puntare disperazione e rabbia contro una ragazza. Come, tra l’altro, se lui, e chi lo difende come padre sapessero al 100% dell’innocenza del Grillo figlio.
Gli unici che attaccano Grillo padre, lo fanno in qualità di politici o per natura politica. Prova del fatto che, non solo a Grillo ma alla maggior parte della gente che discute, e scrive, e posta qualcosa sull’argomento, il 1996 non garba tanto.
Non ho letto di uomini, poi, che ve lo dico a fare, che abbiano scritto due righe sull’accaduto, mettendo in luce la gravità della cosa. Di una ragazza trattata come una pezza, come una a cui non si deve credere, perché denuncia dopo 8 giorni. E meno male che il movimento Me Too, con il pregio di aver messo in luce denunce di abusi avvenuti anni prima, è un fatto recente.
Grillo, che non è Mario Rossi, urla contro un comportamento assurdo della ragazza. Lei, il giorno dopo va al mare (quindi non le crediamo), suo figlio e gli amici, stanno con il pisello di fuori, nel video, dandosi il turno, ma so ragazzi (quindi crediamo a loro)!
Può essere che non ci sia stato stupro, ma una montatura, ci mancherebbe, io non lo so. Lo vedremo. Quello che è certo, è che un padre che dice quello che ha detto, sapendo di non essere Mario Rossi, presumibilmente, non avrà insegnato al figlio, il Rispetto. Anche quello per le vittime accertate, che sono andate in questura, dopo un tempo non giudicato congruo, da un uomo politico. Ma, come aggiunge ora la moglie, quello è solo un dettaglio.
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