Le mamme a settembre. Noi mammiferi da proteggere, con l’arrivo dell’anno scolastico. Possiamo parlare apertamente di quanto siete (siamo) particolarmente esaurite, nel mese di settembre? Perché settembre è quel mese che ci capita come se fosse la prima volta. Quel mese che ci si scaglia addosso con una virulenza priva di pudori, senza avvisare. In pratica, per noi mamme, settembre arriva con arroganza, senza bussare, sulla soglia di casa, mentre eravamo convinte di essere ancora a maggio.
Settembre ci pone di fronte all’annosa questione: che minxxa di sport fare provare a nostro figlio. Ora più che mai, dopo due anni di saracinesche chiuse.
Uno sport che gli garantirà le olimpiadi, come i classici mondiali, che ve lo dico a fare, in quanto abbiamo un figlio particolarmente bravo. Ce lo hanno detto due volte, in riva al mare, mentre dava calci al pallone, senza uccidere nessuno.
Una cosa, quella delle iscrizioni alle attività extra scolastiche, che di per sé non avrebbe nulla di complicato se non fosse che lo sport da far fare non è mai uno, ma almeno un paio. Ad essi si aggiungono altre diavolerie moderne, importantissime eh! Si va dalla scuola di circo a quella di musical, dalla scuola per oboe a quella di pittura con le mani, mentre si danza sulle punte. Poi c’è il corso di lingue orientali, per garantire un lavoro a Shangai fino ad arrivare al corso di parkour, per imparare ad andare a rubare nella casa di quelli di fonte (hai visto mai non trovasse una stage manco a Pechino).
A tutto questo bisogna aggiungere che i bambini vanno anche a scuola (quella normale, fatta di banchi, cattedre e compiti) che nelle grandi città, spesso, finisce alle 16 e rotte. Pace e gaudio per i genitori che lavorano lontano e non potrebbero recuperare i figli prima e per i bambini che si sono tolti dal cono visivo chi li ha generati per piazzarli a scuola di tip tap.
Ed è allora che capisci che senso avevano i problemi di matematica che ti facevano fumare il cervello, in terza elementare. Ed è lì che realizzi quanto sia importante la scuola (sempre quella normale) perché, se fatta bene, permetterebbe di risolvere il presente quesito:
Se tuo figlio finisce la scuola alle 16.30 e lo devi portare al corso di lancio del giavellotto alle 16.40, per poi essere lanciato dal finestrino, con annesso giavellotto, alle ore 17.40, per prendere poi l’autobus affinché arrivi in tempo alla scuola di tiro con l’arco a cavallo, infine, per poi strattonarlo alla scuola di mandarino, dove farà anche fugace merenda con banana, scaglie di drago e noci pecan, per garantirsi le forze per la partita di calcetto, cinque giorni su sette, quanto minchia sarete esauriti tutti, a fine settimana?
Certo, non si può negare che i ragazzi abbiano bisogno di muoversi, di fare attività nuove, anche originali e che, ahimè, la scuola pubblica, continuando ad offrire poco inglese e poca ginnastica, come all’epoca tua, della tua tuta acetata, indossata solo per fare il quadro svedese, non ti rimangono che i corsi pomeridiani. Ma a tutto c’è un limite.
E quel limite, quando prendi un foglio excel e usi le tabelle pivot, per capire come incastrare la scuola, i corsi, ed i figli, incrociando dati come fossi nel comitato tecnico scientifico, è andato serenamente a farsi fottere.
Settembre è il mese che non ti aspettavi. Fai finta, a Natale, che ci sei arrivata direttamente con la borsa del mare. Lo fai da anni perché con settembre iniziano i buoni propositi: le diete, la palestra, le uscite con le amiche (roba che non farai mai) e i corsi da far fare ai figli.
Il problema è che non c’è una soluzione per uscire tutti indenni, dalla prova di skate, di pattini sul ghiaccio e dalla scuola di hockey sul prato. O ci nascondiamo dietro la tenda, facendo attenzione che nessuno sgami i nostri piedi o siamo tutti fregati. Tutto qua!
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