Per quanti post scrissi, all’inizio, nei quali mi lamentavo, sentendomi uno straccio e, al contempo, vittima per sequestro di persona, dovrei dedicarti un lunghissimo post di auguri ogni anno, anzi, ogni giorno.
Oggi mi rendo conto quanto tu sia già dall’altro lato del sentiero. Il lato in cui i figli vivono con noi, insieme a noi, ma appartegono sempre più al mondo. Oggi so che va tutto troppo in fretta e tutto troppo lentamente, al tempo stesso.
Vorrei di nuovo la mia cucciola che se la dorme nella culletta, con le mani strette a pugnetti. La giostrina con le api. Il sacco nanna, per il passeggino.
Vorrei le mattine al parco (si, quelle di cui mi sono lamentata tante volte) e i pomeriggi a farti fare la nanna. Vorrei le letture pomeridiane, sul divano. I nostri libri di stickers. Vorrei tornare a quando alcuni peluche erano più grandi di te. Al tuo triplo mento. Ai calzini e alle scarpine che ti toglievi, nel passeggino, e toccava tornare indietro per andare a recuperarli dietro l’angolo.
Ai tempi in cui, con quel 3 davanti (anche se ormai era al suo tramonto) mi sentivo una ragazza con una bebè enorme, per il mio corpo.
Eppure, nonostante tutto questo, nonostante una consapevolezza che non avrei potuto avere, so che tornerei a lamentarmi di nuovo. Delle notti. Dei pianti. Dello svezzamento. E di tutto il resto.
Fa parte del pacchetto. Non c’è altro da aggiungere.
Mi avevi promesso che non saresti cresciuta, perché anche a te, in fondo, essere una bebè supercoccolata, unica figlia per due anni, con tutti a pendere dai tuoi immensi occhi, non dispiaceva affatto.
Ed invece, niente. Non hai potuto rinunciare a crescere!
Oggi, a quest’ora, soffrivo le pene dell’inferno per conoscerti, in una giornata che non potrò mai dimenticare. Nulla una mamma può dimenticare, del proprio parto.
Ed io, come tutte le mamme del mondo, non posso che esserti grata per avermi complicato la vita nel modo più bello che esita.
Grazie ♥
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