Sono una madre e solo le altre madri potranno capirmi. Io sono quella che assume la posizione a brocca, quando sta incazzata e a teiera, quando si sta per incazzare. Sono la donna-teiera che, se ha un passeggino a portata di mano, con l’altro braccio si appoggia al manubrio: ed è là che si gioca la partita. Non sto per incazzarmi, mi sto caricando: se al mio 3 non vieni, ti dico che me ne sto per andare. Se mi segui ho vinto io, se non mi segui divento una brocca.
Mamma Semiseria
Credo di averlo scritto anche io, anni fa, un post dedicato alle idee regalo per la festa della mamma. Che non lo scrivi? Devi. E’ un must have per la blogger che non deve chiedere mai. Ma la verità è tutt’altra: Se cercate su internet idee regalo per festa della mamma, per di più associate a termini come economico, last minute, carta pesta etc, è meglio che non ci fate un benemerito.
Qualche mese fa, alla cassa di un supermercato, ho visto una mamma che prendeva a male parole la figlia. Il motivo credo fosse il fatto che la figlia avesse portato fuori un oggetto non pagato. Mi è sembrato di capire che la bimba l’avesse fatto senza neanche accorgersene. La mamma, evidentemente esasperata, ha urlato, strattonato le due figlie, restituito l’oggetto in cassa, gridato un paio di parolacce.
Quando sei mamma, giri per la città, alla ricerca di un gioco introvabile, che tuo figlio ti ha chiesto come fosse il Santo Graal. Fermi chiunque, per strada, che credi sia in grado di darti qualche informazione in più sul gioco, o sul negozio che potrebbe venderlo, solo perché lo vedi accompagnato da un bambino. Perdi la vista, su internet, per cercarlo, e sei disposta a pagarlo più di quanto valga, solo per vedere quel sorriso, quando scarterà il regalo. Pur sapendo che, con molta probabilità, dopo un paio di mesi, quel gioco che ti ha fatto fare il giro delle sette chiese, verrà sepolto nel cesto.
Ci preoccupiamo di tutto: di farli mangiare solo il bio, di farli vestire solo con fibre naturali, di mandarli a scuola di mandarino. Ci teniamo perché crescano avendo il meglio, possibilmente in legno, che imparino le buone maniere (anche per farci fare una bella figura in pubblico) ma da chi, poi, non si sa. Da prima che diventassi mamma, ho visto bambini cresciuti quasi solo da babysitter, tate, nei casi più fortunati, dai nonni. Come crescono i bambini che passano più tempo con le tate, con le babysitter, che con noi?
Essere mamme è difficile. Ci vuole calma e sangue freddo. Ci vuole della vodka, alle volte. Un calice di rosso, altre. Ma, quasi sempre, un tavernello o una peroni vanno più che bene. E’ difficile essere mamme perché è una guerra dei mondi. Tu contro tutto e tutti. Il più delle volte, in realtà, contro te stessa.