Se state leggendo questo post vuol dire che, dopo zanzare assassine, caldo africano, tunnel carpali, timpani musicali (e tutto il resto lo sapete) finalmente è arrivata T2. La bimba che, con tutti i disturbi fisici che mi ha causato in questi nove mesi, ora dovrà trovare il modo di farsi perdonare.
Gravidanza
Lunedì mattina mi sono svegliata con mio marito che mi diceva: ” Ma davvero devo andare in ufficio? Credevo che oggi avrei saltato, perchè eravamo in maternità”. Ecco, ho cominciato la settimana con un figlio maschio che non voleva andare a scuola, perchè gli avevo promesso qualcosa che non ero riuscita a mantenere.
Bè ragazze, qui chiedo la vostra solidarietà, non mi voglio sentire una sfigata. Usate pure nomi falsi, come Samanta 89 (anche se siete Samanta con l’ H e siete del 69), ma fatemi un breve elenco delle sfighe degli ultimi giorni prima del parto. Quelli che, da manuale, dovreste impiegare nella preparazione del nido.
Io sono l’ultima del mio corso a partorire. E questo mi mette una certa ansia. Con i primi giorni di settembre ci sono stati i primi sgravi di pesi, ed io attendo gli ultimi per chiudere il mese, ed il conto con la bilancia. Sono lettrice attenta, anche per questo, delle chat notturne. A parte la solidarità ed il piacere di sapere come e quando le mie amiche hanno partorito, ho anche l’interesse del case study. Un mix tra l’Ispettore Colombo e Derrick, Il Dr Oz e Vogue Bambini, analizzo i casi per capire cosa toccherà a me.
Settembre è un mese speciale. E’ il mese della smemoranda. E’ il mese dell’ultimo confronto sull’abbronzatura con le amiche. E’ il mese per recuperare la cotta rimasta in sospesa a giugno, o per coltivare quella nata ad agosto. E’ il mese in cui comincia l’amore epistolare. E’ il mese del peeling. E’ il mese dei film di quest’anno. E’ il mese dello sviluppo dei rullini.
Avete mai fatto caso come i film americani raccontano i momenti successivi al parto? Vabbè, anche il parto stesso, che dura un massimo di dieci minuti dopo la rottura delle acque. Una mega secchiata d’acqua, zero travaglio, immediata espulsione. Ma non è di questo che voglio parlare oggi, ma del dopo parto ed in proposito vi faccio un paio di domande:
Io sto al calcio come il senso civico sta all’italiano medio. Non solo non ne capisco nulla, ma lo odio proprio. E ora che pare sia iniziato il campionato, in casa comincia anche una piccola guerra civile combattuta a suon di telecomando e telecronache. Queste ultime interpretate da me: da un lato sfotto il telecronista, dai toni perennemente drammatici, che sembra annunciare sempre notizie tragiche sull’attacco degli alieni alla Terra, dall’altro sfotto i calciatori che mi paiono tutti ragazzini a cui siano mancati sonori schiaffoni in tenera età.
Un’altra cosa alla quale non ho mai creduto, è quando i futuri genitori ti dicono di non avere preferenze circa il sesso del futuro estraneo. Quando qualcuno, alla domanda “ Sai già se è maschio o femmina?”, risponde “No, ma per me è lo stesso”, mente. Mente di una menzogna non grave, s’intende, ma a cui non crede manco il bimbo stesso.
Quando ho scoperto di essere incinta, l’ho fatto con il metodo classico: tre stick, giusto per essere sicura. Vista la mia età, che come si sa porta, oltre al colpo della strega, anche ad un importante calo della vista, e considerato che oggi non ci sono più i prodotti di qualità di una volta, ho creduto ad un errore: i tre stick erano chiaramente rotti, ed io non ci vedevo neanche un granchè.